Chiesa Santa Lucia


L’attuale chiesa di santa Lucia non è certamente la prima costruita nel territorio in cui si stabilirono i conciatori e lavoratori delle pelli di rito latino, così come suggerisce l’origine del toponimo del primigenio quartiere della Cubisia, contrazione del Curbiseria, ovvero abitata dai curviseri (dal francese curvoisier, ciabattino, calzolaio).
La chiesa, ad una navata, presenta un tetto a cassettoni lignei opera di Antonio Emanuele, detto Pepe, risalente al 1757. La volta della chiesa di santa Lucia, venne realizzata dall’artista con una decorazione di finti cassettoni formati da due sole tipologie ornamentali, che si alternano componendo un gradevole arabesco. Alle pareti, quattro altari che esprimono tutta la ricchezza e la monumentalità delle forme barocche.
Tra le opere di maggiore spessore segnaliamo: la tela dei santi Anna e Gioacchino ai piedi dell’Immacolata, opera di Pietro Paolo Vasta del 1751; la tela della Madonna del Rosario di Matteo Ragonisi, racchiusa da una secentesca cornice lignea in oro zecchino; la tela di santa Lucia davanti a Pascasio, nell’atto di dare testimonianza della propria fede, opera di Antonino Bonaccorsi (1827 – 1896); la tela della Madonna del Carmelo, tradizionalmente attribuita a Giacinto Platania; la tela della Santissima Trinità.
All’interno del sacello, posto accanto la porta della sacrestia, ma visibile solo il 13 e il 20 dicembre, trovasi il venerato simulacro di santa Lucia. L’opera risale al 1666 – di autore ignoto, ma probabilmente valente scultore dell’ambiente messinese – e fu realizzata a spese del can. Francesco Strano, per poterle incastonare una insigne reliquia.